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Carissimo
Dario (Mario) tu
non vuoi che ti faccia un trattato teorico sulla sindrome di Down,
penso che tu ne sai più di me. Ho perciò deciso di raccontarti la mia
esperienza. Tutto
è iniziato quando una sera di fine ottobre 1987 il tuo papà è venuto alla
riunione del gruppo giovanile in parrocchia e ha annunciato a tutti che lui e
Paola avevano avuto un figlio. “E’ un bambino Down” disse e aggiunse
subito “…..vorrà dire che dovremmo volergli più bene.” Mi colpirono
molto queste parole al punto che non le ho mai dimenticate. Poco tempo dopo i
tuoi genitori mi proposero di diventare il tuo padrino di battesimo. Io ne fui
felicissimo e lo sono tuttora. Da quel momento la sindrome di Down non era più
così lontana da me ma diventava così vicina a me attraverso un bambino appena
nato che veniva a influenzare la mia vita. Prima conseguenza: cambiare il mio
modo di parlare. Mi sono accorto che certe espressioni popolari rischiano di
isolare, di mantenere le distanze, e questo non potevo più permettermelo.
Seconda conseguenza: imparare ad essere io un pò più diverso dal modo comune
di comportarsi come, ad esempio, non considerare un “impiccio” la tua
presenza ma al contrario accoglierla tra le cose più belle che la vita mi ha
donato. Quando i tuoi genitori mi hanno chiesto di farti da padrino al tuo
battesimo il loro scopo era quello che io li aiutassi ad educarti stando al loro
e tuo fianco. Accettai subito…. ma come si fa ad educare un bambino con la
sindrome di Down?. La risposta l’ho recuperata subito da ciò che disse il tuo
papà al gruppo giovanile cercando di farla mia nella concretezza della vita
quotidiana. Non
so quali traguardi raggiungerà la scienza medica in futuro, però tu, mamma e
papà mi avete fatto capire che c’è già un modo di superare le difficoltà
insite nella sindrome di Down ed è “educare con amore”. Ecco, mi sono
trovato all’interno di un progetto educativo molto bello
perchè non consisteva nel farti crescere come se la sindrome di Down non
esistesse o addirittura tentando di nasconderla,
ma proprio a partire da essa tirare fuori da te il meglio che c’è in
te e, devo dire, con grandi soddisfazioni come, ad esempio, la tua
consapevolezza serena di ragazzo Down. Oggi mi trovo a condividere almeno un
pochino con la mamma e il papà, Simone e Marialetizia la gioia della tua
esistenza e della continua sfida che è la tua crescita, il tuo diventare
grande. Caro
Dario ti sarai accorto che più che parlare di te, alla fine ho scritto di un
pochino di me ma è giusto così perchè “educare con amore” non è mai a
senso unico. Ciao Mario (Angelo e Daniela, i miei cuginoni) Dario è un poco più piccolo di noi ed insieme, si può dire, siamo cresciuti condividendo la sua esperienza di bambino portatore della sindrome di Down. Nostro cugino è sempre stato per noi prima di tutto un bambino sempre pronto ad imparare, un po’ testardo, ma sempre attento a tutto quello che facciamo o diciamo, complice dei nostri punti di vista; ed ora, ormai grande e consapevole, è per noi un "grande cugino". Lui è sempre felice, sa esprimere i suoi sentimenti, da lui dobbiamo imparare a vivere attimo per attimo. Sul nostro cammino Dio ci ha fatto un grande regalo: Dario. E’ riuscito ad inserirsi bene in qualsiasi ambiente. Frequenta con successo una scuola di nuoto, vincendo gare, anche grazie a due "grandi genitori", che l’hanno incoraggiato e spronato nei suoi interessi.Da parte nostra non abbiamo mai avuto problemi con lui; da sempre sappiamo che la sua difficoltà, se così si può chiamare, fa parte del su modo di essere un ragazzo "speciale". L’unico neo è che è interista, mentre noi tifiamo Milan, ma è talmente grande il sentimento che ci lega, che gli perdoniamo tutto.......! Al
mio amico Dario (Roberta) Penso
che la sindrome di down sia una malattia curabile soprattutto con
l’affetto delle persone che stanno loro accanto e che vogliono loro
molto bene. I down sono molto sensibile e gentili e rimandano
l’affetto che viene dato
loro molto amorevolmente e
gentilmente. Sono sicura che noi da loro abbiamo da imparare molto e che siamo
comunque tutti uguali. Dal punto di vista scientifico non so molto della sindrome di down però la
conoscenza del mio caro
amico Dario, che ne è affetto mi fa capire che sono persone speciali.
[Luca] la
sindrome di down è una malattia
che fa restare i bambini a un età
inferiore a quella che dimostrano secondo me comunque bambini , o
ragazzi down sono molto simpatici . [Marco
e Alejandro] la
sindrome di down non conosce ancora una cura medica, ma può essere meno
pesante per le persone affette se vengono amate e seguite. E’
molto difficile avere un down
in famiglia e i genitori oltre che essere molto pazienti , devono
essere delle persone un po’ speciali. Anche se i down hanno dei
problemi, possono benissimo fare parte della società, se trovano un
ambiente adatto a loro e non vengono emarginati. Caro
Dario, (Saverio) tu
sei mio amico. Ci siamo conosciuti piccolissimi (si può dire appena
nati) e io non ho mai pensato di allontanarmi da te perché io ti
considero normale. So
che per molti i down sono delle persone "inferiori" e pensano
che gli possono far fare quello che vogliono loro. Queste
persone si sbagliano, perché, per me, i down certe volte sono più
in gamba di noi, per esempio sono molto più socievoli... L'esperienza
che sto vivendo con te è molto istruttiva, mi ha insegnato che agendo
in un modo corretto tutti noi possiamo essere amici. Saverio COME VEDO DARIO
Sono Ester, un’amica di Dario (un’amica di 74 anni, insegnante in pensione, nonna di cinque nipoti). Ogni martedì
vedo il ragazzo per studiare ed eseguire i compiti insieme. Mi ha accettato
con naturalezza ed affetto: Dario è sensibile e buon osservatore: nei nostri
incontri, se lo vedo un po’ eccitato, è perché ha una sorpresa per me: un
regalino, un fiore, un invito a cena; oppure mi apostrofa: “Ester, sei in
ritardo di cinque minuti; sembri più giovane con i capelli tagliati; oggi calzi
scarpe nuove !” Insieme si
sorride e poi si lavora. Dario ha il
senso del dovere ed è metodico nell’eseguire i compiti. Stabilisce lui stesso
l’ordine in cui si devono svolgere le materie e non vuole tralasciare nulla,
anche se a volte è stanco e confuso. Dario è
sereno, perché ha la fortuna di avere genitori attenti, intelligenti, pronti a
stimolarlo, ma anche ad accettarlo nei suoi limiti. Soprattutto
essi sono animati dalla vera fede cristiana e dove c’è fede, c’è amore.
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